Interventi di Chirurgia ortopedica
Per risolvere le principali patologie muscolo-scheletriche
a carico dei vari distretti del corpo
GINOCCHIO
Artroscopia del ginocchio in anestesia locale (day hospital), senza l’utilizzo di fascia ischemica e punti di sutura
Lesioni meniscali, corpi liberi endoarticolari, gonartrosi minori, lesioni traumatiche o degenerative del menisco possono determinare dolore e gonfiore e limitazione della funzionalità.
L’esame clinico, coadiuvato dall’esame radiografico ed eventualmente dalla risonanza magnetica, aiuterà a valutare se svolgere o meno un intervento in artroscopia.
Grazie a questa metodica si possono risolvere problematiche meniscali e cartilaginei in anestesia locale e praticando l’intervento attraverso due piccole incisioni di circa 1 centimetro. Al termine dell’intervento, che dura circa 15 minuti, il paziente può tornare al proprio domicilio e solitamente riprendere la propria attività entro pochi giorni.
Stesso trattamento, in casi selezionati, può essere indicato per gonartrosi iniziali che non rispondono alla sola terapia infiltrativa e in presenza di corpi liberi endoarticolari.
Ricostruzione del legamento crociato anteriore
Un trauma distorsivo del ginocchio può determinare la rottura del legamento crociato anteriore, legamento molto importante nello stabilizzare la gamba alla coscia in quanto si oppone allo scivolamento del ginocchio in senso antero-posteriore. Spesso il legamento crociato anteriore si rompe per un trauma in valgo-rotazione interna: di solito si tratta di un trauma da sci o da contrasto durante il gioco del calcio.
L’intervento avviene prelevando la parte centrale del tendine rotuleo e inserendolo, sotto controllo artroscopico, al posto del legamento rotto. La durata dell’intervento è di circa 1 ora e il ricovero prevede, spesso, 1 notte di degenza.
Il paziente cammina subito con un tutore e 2 bastoni canadesi e solitamente riprende una blanda attività sportiva dopo 4 mesi. Può tornare alla completa ripresa, in media, dopo 6 mesi dall’intervento.
COLONNA VERTEBRALE
Cifoplastica percutanea per frattura vertebrale
MANO
Intervento per la sindrome del tunnel carpale
L’intervento per la sindrome del tunnel carpale può essere considerato ambulatoriale e consiste in un’incisione di circa 3 cm sul palmo della mano con la quale il nervo mediano compresso viene quindi liberato. Si pratica in anestesia locale e dura meno di 15 minuti.
Dopo 12 giorni si possono rimuovere i punti di sutura.
Trattamento chirurgico della sindrome di Dupuytren
La terapia chirurgica della sindrome di Dupuytren prevede un’incisione che permette di asportare tutta l’aponeurosi palmare malata. Questo approccio limita le recidive che più spesso si verificano con trattamenti più conservativi e scarsamente risolutivi. Al termine dell’intervento la mano viene bendata e sarà poi medicata il giorno seguente. I punti di sutura sono rimossi 15 giorni dopo l’intervento.
Trattamento chirurgico del dito a scatto
L’intervento chirurgico per il trattamento del dito a scatto si esegue in regime ambulatoriale e si svolge in anestesia locale. Una piccola incisione di circa 1 centimetro alla base del dito affetto permette di allargare il “canale” nel quale scorre il tendine. Si tratta in pratica di incidere la puleggia. L’operazione dura circa 10 minuti e lo scatto scompare immediatamente.
Le dita non devono essere immobilizzate e la medicazione non è particolarmente fastidiosa o compressiva, in quanto lascia libertà di movimento. La rieducazione di solito non è necessaria. La ripresa dell’attività è possibile dopo la rimozione dei punti di sutura.
Trattamento chirurgico della tenosinovite stenosante di De Quervain
L’operazione per il trattamento della tenosinovite stenosante di De Quervain consiste in una piccola incisione di 2-3 centimetri per aprire il tunnel nel quale passano i due tendini sofferenti, rimuovere la guaina sinoviale dei due tendini e restituire un canale più largo. I punti vengono rimossi dopo circa 10 giorni. La rieducazione non è necessaria.
PIEDE
Correzione del valgismo dell’alluce
L’intervento chirurgico dura circa 45 minuti e prevede il ricovero di una sola notte; il giorno seguente il paziente dovrà indossare una calzatura particolare (calzatura di Barouk). Con gesti chirurgici poco aggressivi e una buona terapia analgesica post-operatoria, la prima giornata è assolutamente tollerabile. Il secondo giorno, solitamente, il paziente può tornare a casa e camminare con l’aiuto di canadesi, senza dolore importante.
Dopo 1 settimana è prevista una visita di controllo e dopo 2 settimane è possibile rimuovere i punti. Dopo 4-6 settimane si può smettere di indossare la calzatura di Barouk e tornare a una vita normale.
Trattamento chirurgico del 5° metatarso varo
Nella cura del 5° dito varo – quando cerottaggi, terapie fisioterapiche o protezioni in silicone risultano inutili e la deformità è accompagnata da dolore è difficoltà motorie – è necessario ricorrere alla correzione chirurgica.
Attualmente è preferibile trattare la patologia con la tecnica chirurgica percutanea mininvasiva.
La patologia viene trattata con tecnica chirurgica mininvasiva. L’anestesia è locale e i gesti chirurgici permettono sia una correzione dei tessuti molli sia una correzione dell’osso. L’intervento chirurgico può prevedere plastiche cutanee, allungamenti tendinei e osteotomie dell’osso per il riallineamento dell’articolazione.
L’intervento consiste nel reincavigliamento della 5ª testa metatarsale con arretramento e medializzazione della stessa, allungamento a baionetta del tendine estensore e riduzione della testa sul piano del metatarso. Completa l’intervento l’allungamento degli altri 4 tendini estensori (a cielo chiuso, con incisione di pochi millimetri).
Obiettivo dell’intervento è rendere calzabile il piede senza sofferenza e diminuire il carico dalla 5ª testa metatarsale. Ciò si realizza arretrando e spostando poi al centro del piede (medializzando) la testa, quindi sollevandola e togliendo la pressione su di essa da parte del 5° dito che si era posto sopra la testa metatarsale.
L’intervento non necessita di mezzi di sintesi, perché avviene con l’incastro della testa sul metatarso.
ANCA
Impianto protesi dell'anca
L’intervento di impianto della protesi dell’anca prevede la sostituzione dell’articolazione malata, quindi dolorante e limitata nei movimenti, con un impianto artificiale che può utilizzare metallo, ceramica o plastica. Solitamente l’intervento viene praticato in anestesia periferica e con tecnica chirurgica mininvasiva che prevede accessi chirurgici relativamente piccoli.
L’intervento è seguito da una breve degenza in ospedale (7-8 giorni). I primi giorni il paziente alternerà il riposo a letto alla posizione eretta e svolgerà esercizi di mobilizzazione passiva e attiva dell’arto operato. Solitamente il 5° giorno il paziente è in grado di salire e scendere le scale con 2 bastoni canadesi.